Lo scorso 9 ottobre è stata inaugurata in piazza Municipio a Napoli l’opera “Tu si ‘na cosa grande” dello scultore e designer genovese Gaetano Pesce, recentemente scomparso. L’opera, che dovrebbe rappresentare un Pulcinella stilizzato, ha attirato diverse polemiche a causa della sua forma fallica. Il Riformista nel numero di mercoledì 16 ottobre 2024 ha chiesto a sei giovani professionisti napoletani (tra cui me, grazie!) un’opinione su quello che da semplice monumento è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico. Continua a leggere
Archivi categoria: Il Riformista
Riscatto sociale e trasporto pubblico: il modello Medellín
Il 2 dicembre 1993 Pablo Escobar, il più noto criminale della storia moderna, viene ucciso dalla polizia a Medellín, la seconda città della Colombia a cui ha legato per sempre il suo nome fondando il famoso Cartello, per l’appunto, di Medellín. Cambiando per sempre le logiche del narcotraffico. Ne ho parlato giovedì 29 agosto sulle pagine de Il Riformista. Continua a leggere
La minaccia Houthi e le infrastrutture in Italia
L’attacco israeliano di sabato 20 luglio al porto yemenita di Hodeidah ha ridato centralità alla questione dei ribelli Houthi, che da quasi un anno tengono sotto scacco l’economia marittima mondiale con assalti alle navi dirette verso il Canale di Suez nella zona fra il golfo di Aden e lo stretto di Bab el-Mandeb. Ne ho parlato mercoledì 24 luglio 2024 sulle pagine de Il Riformista. Continua a leggere
L’Italia dei sì
E’ stato presentato in questi giorni al Festival di Cannes “Megalopolis”, l’ultima pellicola di Francis Ford Coppola, autore di titoli immortali come “Il Padrino” e “Apocalypse now”. Racconto di un utopico architetto newyorchese (Adam Driver) che vuole ricostruire la città distrutta da un cataclisma, ma che si scontra con un sindaco corrotto (Giancarlo Esposito) e un magnate spregiudicato (Jon Voight). Ne ho parlato sabato 18 maggio 2024 sulla prima pagina de Il Riformista. Continua a leggere
Ponte sullo Stretto, troppo benaltrismo
Aprite il portafogli. In base a quanto si è ancora legati al contante, lo si troverà pieno di ponti. Al contrario delle vecchie monete nazionali, gli Euro non ritraggono personalità importanti ma architetture ipotetiche: si va da un ponte romanico (10 Euro) fino all’art nouveau (200 Euro). La scelta di queste immagini è simbolica, metafora del dialogo fra i popoli congiungendo sponde. La civiltà del resto si è sviluppata attorno all’acqua, fiumi e stretti in particolare. Attraversarli è stata una susseguente necessità. Ne ho parlato martedì 23 aprile 2024 sulle pagine de Il Riformista. Continua a leggere