Pochi giorni fa l’affondo: lo stato di abbandono della stazione di Scampia, nodo di collegamento fra Linea 1 del metrò e l’ex linea MetroCampania Nord Est (MCNE) è, per il Sindaco De Magistris, una vergogna. Del resto, il cantiere per l’allargamento del fabbricato viaggiatori, fiore all’occhiello della Metropolitana Regionale concepita dall’allora Assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, è abbandonato da più di quattro anni. Un destino comune a molte stazioni della ex-MCNE, ora gestita dall’Ente Autonomo Volturno (EAV).
La linea, ricostruzione della vecchia ferrovia Alifana chiusa nel 1976, dovrebbe collegare il Centro Direzionale di Napoli con i comuni dell’area nord, fino a Santa Maria Capua Vetere. Nel 2009, l’inaugurazione di circa un terzo del percorso: si parte da Scampia, ed in pochi minuti si giunge ad Aversa, toccando i comuni di Mugnano e Giugliano. Un progetto avveniristico, dall’elevata qualità architettonica, che doveva concludersi in pochi anni. Tuttavia, con l’insediarsi della giunta Caldoro, si bloccano i lavori, a seguito dell’approvazione del DGR n. 534 del 2 luglio 2010, che, con effetto retroattivo, annulla tutte le delibere di spesa dell’uscente giunta regionale di centrosinistra, provocando così il fermo dei lavori già in essere su diverse linee su ferro – inclusa, per l’appunto, la ex-MCNE.
Schema dell’intera linea ex-MCNE, ora EAV, da Napoli Centro a Santa Maria Capua Vetere
Lo stallo dei lavori ha causato pesanti danni: la linea era in buona parte cofinanziata da fondi europei, per il cui utilizzo, si sa, Bruxelles pretende tempi certi. Invece, con il blocco dei cantieri e senza intravedere un serio processo di riprogrammazione delle risorse, la Regione ha perso queste importanti disponibilità. Non solo: lo stop dei lavori ha anche aperto una serie di contenziosi con le aziende appaltatrici, le quali si sono viste, da un giorno all’altro, venire a mancare i pagamenti da parte dell’ente di via Santa Lucia. Pertanto, se e quando riprenderanno i lavori della linea, saranno gravati dei milioni di Euro che la Regione – e quindi i cittadini – dovranno versare alle imprese di costruzione.
L’immobilità ed il ritardo decisionale hanno dunque anch’essi un costo. Ciò appare ancor più chiaro osservando lo stato di abbandono della stazione Scampia, denunciata dal Sindaco De Magistris, e soprattutto della stazione Melito (progettata dallo studio di architettura FGP), ubicata fra le fermate Mugnano e Giugliano. I treni vi sfrecciano tristemente senza fermarsi, in quella che è praticamente una stazione finita e che, per la sua collocazione in via delle Margherite, potrebbe servire ben altri tre comuni oltre a quello di Melito, ossia la parte bassa di Giugliano, la parte alta di Mugnano e la zona est di Villaricca. Ciononostante, la fermata risulta chiusa da anni, con il conseguente deterioramento delle attrezzature già montate.
Il triste quadro che emerge non si esaurisce purtroppo con il segmento della linea che va verso Santa Maria Capua Vetere, del cui prolungamento oltre la fermata Aversa Centro si sono perse le tracce. Infatti, la ex-MCNE nel suo “tratto basso” risulta essenziale per completare l’ormai celeberrimo anello della Linea 1. Infatti, secondo progetto, i treni MCNE si innesteranno nelle gallerie del metrò cittadino all’altezza del nodo di Scampia, per poi attestarsi alla futura stazione Tribunale. Per completare l’anello sono quindi necessari 4 km di gallerie e quattro stazioni la cui costruzione non è di competenza del Consorzio MN – Metropolitana di Napoli S.p.A., bensì dell’EAV, ossia regionale. In questo segmento da Scampia all’aeroporto di Capodichino (dove le gallerie di competenza regionale si uniranno a quelle di competenza del Consorzio MN) sono previste stazioni a servizio dell’area nord di Napoli, come Miano, Secondigliano, Regina Margherita e piazza Di Vittorio. Tuttavia, i cantieri di questa tratta tardano a partire, funestati anch’essi da contenziosi e incertezza delle fonti di finanziamento.
Schema dell’anello della Linea 1: in verde il tratto e le stazioni da completare di competenza EAV, in viola la stazione Tribunale dove si attesteranno i treni ex-MCNE ed in rosso le stazioni da completare di competenza del Consorzio Metropolitana di Napoli S.p.A.
A denunciare lo stato di abbandono dell’intera linea, fondamentale per la vivibilità dei quartieri della periferia nord di Napoli, un’interrogazione alla Commissione Trasporti alla Commissione Trasporti della Camera a firma dei deputati PD Leonardo Impegno e Anna Maria Carloni. “E’ inaccettabile”, dichiara Impegno, “lo spreco di risorse pubbliche in atto: penso alla stazione di Melito, praticamente completa, ma chiusa, e che servirebbe un Comune di quasi 40.000 abitanti, o alle risorse europee e nazionali da riprogrammare per l’immobilismo della Regione. Un altro fallimento dell’assessorato ai Trasporti a guida Vetrella”. Per la Carloni, invece, “è necessario mettere in piedi un processo di chiarezza decisionale: davanti al tema della mobilità, non vi è colore politico che tenga”. Bisogna dunque rapidamente completare l’ex-MCNE “a partire dal nodo di Scampia, anche per lanciare un messaggio di vicinanza delle istituzioni ad un quartiere così difficile. Altrimenti, che figura fa la politica?”. La domanda, dalle parti di via Santa Lucia, forse dovrebbero cominciare a porsela.
La linea ex-MCNE in cifre
Tratta Scampia – Capodichino Di Vittorio |
4 km per 4 stazioni |
Costo |
353 milioni di Euro, di cui 258 di fondi UE (73%) |
Stato |
Lavori fermi |
Tratta Scampia – Aversa Centro |
10 km per 5 stazioni |
Costo |
522 milioni di Euro, di cui 217 di fondi UE (41%) |
Stato |
Aperta nel 2009 con l’eccezione della stazione di Melito e del nodo di Scampia |
Tratta Aversa Centro – Santa Maria Capua Vetere |
13 km per 6 stazioni |
Costo |
Sconosciuto |
Stato |
Progettazione preliminare |
Per maggiori informazioni:
(Articolo pubblicato per conto della testata giornalistica QdN – Qualcosa di Napoli e disponibile al seguente LINK)