A sentire il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, uno dei pochi napoletani presenti nel Governo, è ormai prossima la creazione del Polo dei Musei Nazionali del Vomero che riunirà la Floridiana con la Certosa di San Martino e Castel Sant’Elmo. Una novità importantissima, annunciata qualche giorno fa durante l’avvio dei cantieri per il recupero dell’Albergo dei Poveri, che con Bagnoli rappresenta forse la massima incompiuta presente a Napoli. Ne ho parlato giovedì 30 novembre 2023 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno.
La crescente attenzione verso i musei napoletani
Se per Palazzo Fuga sarà “vera gloria” dopo decine di progetti rimasti su carta, solo il tempo potrà dirlo. E’ tuttavia certa la grande attenzione del Ministro verso la sua città natale, ultimamente sotto i riflettori del turismo internazionale e per aver ospitato la convention UNESCO sul patrimonio mondiale, presieduta dallo stesso Sangiuliano.
Su questo blog e sul Corriere del Mezzogiorno già lo scorso 5 aprile si evidenziò il crescente impegno verso i musei partenopei, rimarcando la necessità di renderli più accessibili tramite il trasporto pubblico. In questo senso, il futuro polo del Vomero nasce avvantaggiato dalla presenza nel quartiere della Linea 1 della metropolitana e di ben tre funicolari, nonostante l’impianto di Chiaia sia attualmente chiuso (con tempi di ripristino si spera europei).
Lo stato di abbandono dell’area di San Martino
Se in Floridiana, con il suo affascinante parco – unico polmone verde di una zona densamente abitata – si è già avviato un processo di rilancio, resta aperto il capitolo San Martino. Un comprensorio di eccezionale bellezza: domina dall’alto la città offrendo uno dei panorami più iconici del mondo. Circondato dall’ultima vigna urbana che ha resistito all’edilizia selvaggia del dopoguerra, vi insistono l’omonima Certosa e il Castel Sant’Elmo: musei contigui che dovrebbero rafforzare la cooperazione per offrire una congiunta esperienza di visita.
Due siti delimitati, oltre che dalla già citata vigna, anche da un enorme parco abbandonato, di cui parte è della Regione Campania che ne ha più volte annunciato il recupero e l’apertura al pubblico senza che nulla accadesse. Ancora di competenza regionale è il fatiscente muro perimetrale lungo via Tito Angelini, puntellato da osceni barbacani in legno che da anni aspetta un recupero, così come l’attendono il piazzale e l’adiacente scalinata della Pedamentina, la cui responsabilità è invece comunale.
Scale mobili, bus e funicolari per il rilancio di San Martino
Nel dedalo di stradine che ormai pullulano di turisti, la vera sfida è però l’accessibilità. Servono migliori indicazioni stradali, per evitare che i tanti forestieri si perdano: Google Maps o altri applicativi non sempre sono d’ausilio, meglio dei chiari cartelli vecchio stile. La sera poi il piazzale San Martino è invaso da auto, impraticabile soprattutto nel weekend. Non è più rinviabile creare una ZTL, richiesta a gran voce da un comitato di quartiere: la V Municipalità tace sul punto. Così come era stato sollecitato all’ANM il ripristino dell’unica linea bus (la V1) che collega l’area: soppressa e riattivata a fasi alterne senza spiegazioni. Potrebbe essere più funzionale prolungare l’esistente linea C36 che già si attesta a piazza Vanvitelli, così da evitare il ripetersi di un copione che manda in confusione i cittadini.
Anche perché, in mancanza del bus, restano le sole scale mobili di via Scarlatti come trasporto pubblico. Spesso indicate ironicamente come immobili a causa dei frequentissimi guasti, forse perché in parte esposte alle intemperie. Nel progetto originale firmato da Aldo Capasso, uno dei maggiori architetti e urbanisti partenopei viventi, gli impianti dovevano essere infatti coperte da un’agile struttura. La Sovrintendenza dell’epoca si oppose, e tutto rimase come appare oggi: un po’ a metà, nonché onestamente brutto. A ventitré anni dalla loro apertura, si potrebbe proporre una totale ricostruzione secondo il disegno originario, accoppiandovi un ascensore considerato che i servoscala per disabili sono stati da poco dismessi.
Il progetto originale delle scale mobili di via Scarlatti, curato dall’architetto Aldo Capasso
Infine, il tema più importante: la quarta fermata della funicolare di Montesanto. Un progetto sospeso da tempo che l’attuale amministrazione pare voglia rilanciare. La stazione avrebbe un doppio varco: davanti Castel Sant’Elmo e su viale Raffaello, dando così sbocco a una strada da sempre senza uscita. In pochi minuti, grazie alla funicolare migliaia di abitanti di quella zona del Vomero avrebbero accesso a Cumana e Circumflegrea a Montesanto, raggiungendo in un attimo il cuore antico di Napoli. Una vera rivoluzione della mobilità, anche per i tanti turisti che avrebbero accesso diretto a San Martino e alle sue bellezze, che attendono solo che qualcuno se ne prenda vera cura.
Per maggiori info sul mio ultimo libro, La metropolitana europea, clicca –> QUI