L’elezione di Gaetano Manfredi a Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) proietta Napoli in una nuova dimensione. A nessun Sindaco partenopeo era mai riuscita tale impresa, la quale va iscritta nella più vasta “primavera della città” che negli ultimi anni si è realizzata in tanti campi: turistico, sportivo, culturale. Mancava il lato istituzionale, ora compiuto con una carica di altissimo profilo. Ne ho parlato sabato 30 novembre 2024 sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno.
Le scelte che si attueranno a Napoli avranno d’ora in poi riflesso nazionale, poiché la comunità ANCI guarderà in primis a come il Presidente si muove in casa propria. Parafrasando uno storico primo cittadino, Antonio Bassolino, un Comune è sostanzialmente una cosa: urbanistica. Dal governo del territorio deriva tutto il resto – politiche trasportistiche, abitative, culturali. Su tale piano, due sono le grandi sfide che attendono la principale città del Sud.
Le due grandi sfide urbanistiche di Napoli
La prima è la sempiterna Bagnoli. La chiusura del patto con l’ex Ministro Fitto ha permesso al Comune di superare lo stallo politico fra Governo e Regione per procedere con la bonifica. La recente fine della contesa con la Cementir di Caltagirone consente poi un’unità d’azione su tutta l’area di Bagnoli, sbloccando una vicenda amministrativa inutilmente ingessata dalle amministrazioni precedenti.
L’altra grande partita urbanistica è l’area est. Qui il quadro è ben più complesso, come emerso da un recente convegno di “Est(ra)Moenia”, l’associazione di Ambrogio Prezioso che si prefigge il rilancio della zona. Se a Bagnoli a parlare è principalmente un attore, ossia il Commissario, nella VI Municipalità vi sono più voci, poiché nell’area insistono diverse realtà e funzioni come il porto e l’università.
Scelte trasportistiche targate Invitalia, e da rivedere
C’è però un fil rouge che lega entrambe le parti (opposte) della città, ossia le scelte che verranno operate in campo trasportistico. In ambedue i casi, derivanti da analisi condotte durante la precedente sindacatura da Invitalia. E’ ormai noto che l’area ex Italsider sarà raggiunta dal prolungamento della Linea 6 che attualmente si attesta a piazzale Tecchio. Il progetto Invitalia è però molto diverso da quello che fu approvato durante gli anni della Sindaca Iervolino, e che porterà la Linea 6 a terminare la sua corsa davanti Coroglio – paradossalmente tagliando fuori buona parte della futura Bagnoli e soprattutto impedendo ulteriori sviluppi del metrò verso quartieri che necessiterebbero di un collegamento rapido su ferro come Agnano e Pianura.
Ad est invece uno studio Invitalia ha indicato nel BRT (bus rapid transit, ossia bus elettrici che corrono in corsie riservate) il modo migliore per collegare vaste aree ad oggi servite dalla sola Circumvesuviana, insufficiente per le attuali necessità di trasporto. Il BRT, modalità molto utilizzata in alcune metropoli principalmente del Sud America, non ha rilevanti esempi d’uso in Italia. Il rischio è che al posto degli appositi bus elettrici dal pianale ribassato vengano utilizzati normali bus/filobus su banali lastre d’asfalto. E’ quanto avviene ad esempio a Rimini, che con il suo “Metromare” ad oggi rappresenta il più compiuto sistema BRT presente nel nostro Paese.
La primavera del tram
Il mezzo che invece sta vivendo una nuova primavera in Italia e in Europa è il tram. Città come Roma, Palermo, Cagliari e ora Bologna l’hanno scelto per rafforzare i trasporti cittadini. Napoli ha una rete tranviaria molto limitata che da anni aspetta un rilancio. La creazione nell’area est di un tram invece di un BRT consentirebbe, a tendere, di unire i due terminali attualmente esistenti: quello lato mare a San Giovanni, e quello lato via Stadera. Si avrebbero già anche i mezzi, a differenza di quelli per il BRT che andrebbero comprati: Napoli dispone di più di 30 tram largamente sottoutilizzati, e presto ne arriveranno di nuovi prodotti in Turchia. Inoltre, la creazione di una rete tranviaria consente corsie davvero riservate senza che vengano invase dalle auto, con la possibilità di tappeti verdi fra le rotaie utili ad abbattere l’immane calore che d’estate rilascia l’asfalto. Basta guardare alla trasformazione in questi anni dei viali di Firenze per farsi un’idea.
Bagnoli e l’area est possono essere davvero un esempio, degno della Presidenza ANCI, per una nuova idea di urbanistica con una rete di trasporto innovativa e sostenibile. Non ci si lasci condizionare da studi frutto di stagioni amministrative precedenti, e si restituisca alla città una nuova progettualità. Vi sono tempo e risorse per farlo, a cui dal 20 novembre guarda tutta l’Italia.