Una proposta per la nuova sede della Regione Campania

Con l’insediamento della giunta Manfredi la Regione Campania ha finalmente ritrovato, dopo dieci lunghi anni, un partner affidabile al Comune di Napoli per immaginare progetti concreti di sviluppo della città. Fra questi, vi è il progetto Napoli Porta Est, ossia il ripensamento urbanistico della zona fra il terminal EAV di Porta Nolana e la Stazione Centrale, di cui si è discusso con crescente presenza sugli organi di stampa. Ne ho parlato giovedì 16 dicembre sulle pagine de La Repubblica Napoli.

Il progetto di Napoli Porta Est

Un’idea imponente che vede, grazie alla cooperazione col gruppo Ferrovie dello Stato, la riqualificazione di quella che è la porta d’ingresso cittadina attraverso la copertura del fascio di binari della Circumvesuviana rimarginando così una storica ferita urbana, il recupero dell’ex scalo merci posto lungo via Galileo Ferraris, e il potenziamento dell’ivi esistente terminal bus con la creazione di rampe dirette dall’autostrada, contribuendo a decongestionare il terribile traffico della zona.

Napoli Porta Est - progetto

Il progetto di Napoli Porta Est

L’intero progetto mira infatti a recuperare vivibilità in un quartiere fortemente penalizzato da un’inevitabile destinazione d’uso, ossia quello di essere un fondamentale snodo trasportistico. Del resto, questa era l’idea dello studio dell’architetto francese Dominque Perrault, già autore della riqualificazione di piazza Garibaldi, e presentato nel 2016 alla presenza dello stesso Governatore De Luca durante un convegno dell’Ordine degli Architetti di Napoli.

Napoli Porta Est - copertura binari

L’ipotesi di copertura del fascio di binari della Circumvesuviana

In questa interessante operazione di riqualificazione urbanistica e ambientale si va a inserire l’idea della nuova sede della Regione Campania. Iniziativa necessaria se si guarda alla storica sede di via Santa Lucia, più adatta ad unità abitative o alberghiere che a moderni uffici. Spostare la Regione nella zona est della città vicino ai principali nodi trasportistici è una scelta urbanisticamente saggia nonché rilevante dal punto di vista simbolico, poiché rende l’istituzione più facilmente raggiungibile dal resto della Campania. Tuttavia, a ben vedere forse già c’è il luogo naturalmente deputato per realizzare tale idea: il Centro Direzionale (CDN), dove fra l’altro sono da anni presenti il Consiglio Regionale, gli uffici dei Consiglieri, e buona parte degli Assessorati nonché degli uffici dell’ente.

Il Centro Direzionale dalle potenzialità inespresse

Lo scorso gennaio, sulle pagine de La Repubblica Napoli, Antonio Di Gennaro e Giuseppe Guida firmavano un reportage sullo stato di abbandono della “city” napoletana, colpita al cuore dai processi di modernizzazione e razionalizzazione delle aziende: basti pensare alle Torri Enel vuote, così come il palazzo del Banco di Napoli, o l’AGCOM che ormai ha più dipendenti nella sede secondaria di Roma che in quella centrale partenopea.

Tuttavia, il CDN ha enormi potenzialità inespresse: ampi parcheggi (se recuperati), spazi pedonali, grandi aree verdi (se manutenute). Presto il principale asse di forza del trasporto pubblico, la metropolitana Linea 1, vi arriverà in una splendida stazione costata circa 50 milioni di Euro, che con le vicine fermate di Tribunale e Poggioreale potrebbero rappresentare un volano di riqualificazione per l’intera zona. Qualcuno l’ha già capito: non a caso, The Wall, la più grande discoteca della città (ben 3 piani), è stata aperta qui, a dimostrazione che una movida senza disturbare la quiete pubblica è possibile.

Ricerca hashtag CDN

Sui social, basta cercare l’hashtag #centrodirezionale per rendersi conto che è il luogo della contemporaneità di Napoli

Con l’avvento dei social, il Centro Direzionale è quotidiano palcoscenico di esibizioni di skaters e di appassionati di parkour, che si muovono fra le belle architetture di Pica Ciamarra, Nicola Pagliara, Renzo Piano, Kenzo Tange. Qualche azienda della contemporaneità, come Accenture, o alcuni co-working lo scelgono come propria sede: nell’epoca dello smart e south working, ampi uffici a basso costo potrebbero essere un mix decisivo per far rientrare i famosi cervelli, o almeno offrire loro un luogo dove poter lavorare che non sia a casa. A questi, si va a sommare il più grande palazzo di giustizia d’Europa, con la vicina Procura, meta quotidiana di migliaia di lavoratori.

La nuova sede della Regione come occasione per il CDN

La nuova sede della Regione potrebbe rappresentare la miccia per accendere definitivamente la rampa di lancio di un quartiere che non è mai decollato. Napoli ha bisogno di spazi verdi, aree pedonali, nuove e più performanti infrastrutture di trasporto, e in questo senso il progetto della Regione è cruciale per recuperare l’area attorno la Stazione Centrale. Tuttavia, nell’epoca del lavoro da remoto, non servono nuove cubature, che andrebbero a saturare un’area di per sé già congestionata.

CDN - Stazione Linea 1

La costruenda stazione Centro Direzionale della metropolitana Linea 1 vista dall’alto

Avere in un unico quartiere Consiglio, Presidenza e Giunta regionale, con tanti parcheggi già disponibili, con un’adiacente entrata della tangenziale e una superstrada a supporto già realizzate, nonché una fermata della metropolitana di prossima apertura e una della Circumvesuviana, è la quadratura di un cerchio urbanistico e trasportistico che rende il Centro Direzionale il luogo perfetto per ospitare la nuova sede della Regione.

Un’operazione urbanistica che rispetti la città

Ciò porterebbe a recuperare uno o più grattacieli in un’operazione che ricorda quella che, a inizio anni Duemila, si fece a Milano per il Pirellone, all’epoca sede della Regione Lombardia, e che esaltò le belle geometrie di Gio Ponti. Oggi, il grattacielo simbolo del boom italiano è abbandonato perché si è scelta una nuova casa per l’ente regionale, e rappresenta tristemente una delle tante torri vuote che segnano lo scintillante quanto speculato cielo meneghino.

CDN - Palazzo Banco Napoli di Pagliara

Le torri gemelle dell’ex Banco di Napoli di Nicola Pagliara potrebbero essere la nuova sede della Regione Campania

Napoli può evitare lo stesso errore e fare un bene a sé stessa, senza vanificare gli investimenti già fatti negli anni e intestandosi ancora una volta, dopo l’operazione del metrò dell’arte, un modo diverso di fare urbanistica, che rispetti la città senza snaturarla e che crei nuove occasioni di sviluppo attraverso la riqualificazione dell’esistente. Un’occasione che la nuova giunta Manfredi, di concerto con la Regione a guida De Luca, siamo sicuri coglierà.

 

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