Napoli su ruote e rotaie: dagli omnibus alla metropolitana collinare, questo il titolo della mostra fotografica che per una settimana, da martedì 1° a martedì 8 aprile 2014, sarà in esposizione al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli (via dei Mille 60), per raccontare la storia centenaria del trasporto pubblico napoletano.
Un percorso che attraverso 18 pannelli esplicativi corredati di oltre 100 immagini e numerose gigantografie permetterà di attraversare la storia della città e della sua evoluzione attraverso una prospettiva particolare: quella, per l’appunto, dello sviluppo del trasporto pubblico e dei numerosi mezzi di cui si compone, dagli omnibus ai tram e poi ai bus, o con foto d’epoca per le ferrovie più antiche (come la Cumana, aperta nel 1889) e quelle più recenti, come il metrò dell’arte.
La mostra, realizzata grazie al supporto di Finanza & Futuro (gruppo Deutsche Bank), è stata minuziosamente preparata da appassionati del settore che hanno messo a disposizione i propri archivi fotografici e sono andati alla ricerca di materiale storico tra archivi di aziende pubbliche e collezioni private.
In particolare, tra i promotori della mostra vi è principalmente il gruppo di utenti del forum Mondo Tram, del quale alcuni esponenti da tempo si occupano con passione del recupero dei veicoli storici del parco mezzi ANM. Nelle splendide sale del PAN, mentre sovrintende l’installazione delle numerose fotografie, abbiamo incontrato Augusto Cracco, curatore della mostra.
Dott. Cracco, perché una mostra sulla storia del trasporto pubblico a Napoli?
Il nostro intento è quello di mostrare al pubblico l’evoluzione di un settore di importanza fondamentale nella vita di ogni cittadino napoletano, in quanto non è possibile alcuna attività senza mobilità. Allo stesso tempo, vogliamo porre l’accento sugli aspetti tecnici ed anche – se vogliamo – estetici del trasporto pubblico
I mezzi di trasporto possono essere dunque portatori non solo di passeggeri, ma anche del concetto di bellezza estetica del periodo in cui vengono realizzati?
Certamente. Dietro ad ogni mezzo c’è uno studio, un design, una bellezza che ai più forse sfugge, ma che fra gli appassionati del settore coinvolge alla stessa maniera di come può fare il parlare di una bellissima automobile da corsa o di una elegante e costosa imbarcazione.Il fascino che il buon vecchio tram o un filobus d’epoca può suscitare può far scoprire mondi inesplorati, in quanto un curato interno in legno di un tram a carrelli o l’allestimento spartano ma affascinante di un mezzo di quasi un secolo fa raccontano in maniera imperitura la storia di una città: i mezzi trasportano la vita delle persone, e con essa tutto ciò che ha caratterizzato le loro esperienze.
Si instaura così una sorta di transfert emozionale fra utente e mezzo…
Ognuno di noi probabilmente associa un periodo della propria vita ad un determinato mezzo di trasporto. Chi andava a fare i bagni a Posillipo in gioventù magari prendeva “l’autobus 140 a due piani”oppure andava a lavoro all’alba prendendo “il tram col rimorchio” fino a Bagnoli, e oggi sospira perché quei momenti (e quei mezzi) non ci sono più. Parimenti i ragazzi di oggi racconteranno ai loro figli di quando “andavano a fare la passeggiata a via Toledo prendendo la metropolitana”. L’obiettivo, al di là dell’esposizione di immagini d’epoca, è quello di fare sempre di più per salvaguardare virtualmente (con le testimonianze iconografiche) ma anche praticamente (riuscendo a sensibilizzare la città per conservare vetture d’epoca) quella che è stata non solo la storia dei trasporti napoletani, ma anche la storia della città stessa.
La mostra Napoli su ruote e rotaie non è dunque solo un viaggio fotografico tecnico in un campo riservato ai tecnici. E’ la storia quotidiana di tutti noi, attraverso servizi che spesso con nonchalance diamo per scontati. Tuttavia, dietro ad ogni mezzo, c’è un pensiero, un progetto, una visione portata avanti da migliaia, negli anni, di persone. Soprattutto in tempi difficili come questi, dove il comparto dei trasporti in Campania vive un momento di grande sofferenza, iniziative simili sono utili a ricordare chi siamo e chi siamo stati, provando così a immaginare dove si voglia andare, per arrivare al capolinea di un futuro migliore.
(Articolo pubblicato per conto della testata giornalistica QdN – Qualcosa di Napoli e disponibile al seguente LINK)